Vagueando na Notícia


Participe do fórum, é rápido e fácil

Vagueando na Notícia
Vagueando na Notícia
Gostaria de reagir a esta mensagem? Crie uma conta em poucos cliques ou inicie sessão para continuar.

tregua impossivel

2 participantes

Ir para baixo

tregua impossivel Empty tregua impossivel

Mensagem por Viracopos Seg Jan 19, 2009 2:57 pm

La tregua impossibile

VITTORIO EMANUELE PARSI
E’ una tregua fragilissima quella che stentatamente ha preso avvio nelle ultime 48 ore a Gaza. Proclamata unilateralmente dagli israeliani, non accettata inizialmente da Hamas.

E poi, dopo qualche altra decina di morti palestinesi, nuovamente ai nastri di partenza. Al momento non sappiamo neanche se davvero riuscirà a consolidarsi, per durare quella settimana che Hamas dichiara di essere disposta a concedere: tante, forse troppe, sono le differenze sostanziali sulla sua interpretazione e sulla sua esecuzione, a cominciare dall’effettivo ritiro delle truppe di Gerusalemme. Nel luglio del 2006, giova ricordarlo, Tsahal non abbandonò le posizioni occupate nel Sud del Libano fin quando l’esercito regolare di Beirut non arrivò a rilevarla. Qui a Gaza, dove si prospetta l’intervento di una forza multinazionale apparentemente simile a quella che da quasi due anni vigila sull’attuazione della tregua tra Israele e Hezbollah, nulla di analogo può accadere.

In realtà, nonostante le molte apparenti analogie, quasi nulla di questa tregua ricorda quanto accaduto nel Sud del Libano. E, mentre forse ci accingiamo a inviare nostre truppe nell’area, sarà utile ricordarselo. Ciò che maggiormente conta, però, è che, se tutto andrà bene, avremo a disposizione una settimana per cercare di impostare qualcosa di più di un semplice cessate il fuoco tra le parti. Il conflitto divampato il 27 dicembre scorso, infatti, non è stato la conseguenza di un doppio errore di calcolo, da una parte e dall’altra, come fu per la guerra libanese dell’estate del 2006. All’opposto, sia il governo israeliano sia Hamas hanno deliberatamente scelto la rischiosa via della guerra per mutare uno status quo ritenuto da entrambi, e per motivi diversi, insostenibile. Hamas voleva rompere l’assedio economico e militare di Gaza e il proprio isolamento politico. Israele voleva interrompere definitivamente lo stillicidio di missili sul Negev e assestare un durissimo colpo a Hamas approfittando del suo isolamento all’interno dello stesso mondo arabo. Ambedue le parti hanno cioè scelto la via dell’«azzardo politico», nella speranza di incamerare un decisivo successo. Ecco perché è stato così difficile riuscire a giungere a una tregua, che non poteva semplicemente offrire un cessate il fuoco, ma deve invece creare i presupposti per un superamento dello status quo ante accettabile per entrambi le parti.

Il trascorrere del tempo, del resto, stava già modificando il quadro politico della crisi. Nelle quasi quattro settimane di conflitto Israele si è resa conto che stava erodendo quel capitale di credito e simpatia che era riuscita ad accumulare nei lunghi mesi in cui aveva pazientemente subito i continui lanci di missili Qassam e, soprattutto, il «vantaggio» concessole da Hamas con la sua denuncia unilaterale della tregua precedente e con l’inizio dell’offensiva missilistica. Da parte sua Hamas era riuscita a lucrare, giorno dopo giorno, sulle immagini di quelle vittime palestinesi innocenti rimbalzate sui circuiti mediatici internazionali, dove un solo fotogramma decontestualizzato vale più di mille analisi.

Poco importava che quelle povere vittime, uccise dal piombo israeliano, fossero state condannate a morte dalla dirigenza di Hamas, non solo consapevole fin dall’inizio dell’enorme prezzo che il popolo di Gaza avrebbe pagato all’estremismo del gruppo fondamentalista, ma che di quelle morti (e della loro esibizione) aveva bisogno come strumento di pressione sull’opinione pubblica internazionale. Proprio questa era stata l’arma strategica capace di riequilibrare gli esiti politici del conflitto. Può anche darsi che Israele abbia raggiunto «gli obiettivi prefissati», come ha sostenuto il premier Olmert, ma di sicuro la sua situazione era sempre più insostenibile di fronte a una comunità internazionale via via più irritata, e con i governi europei in apprensione di fronte alla rabbia non sempre composta delle proprie minoranze arabe e islamiche. Quali fossero questi obiettivi, non è mai stato rivelato. Ma la sensazione è che essi si concentrassero in uno solo: ristabilire il timore arabo per la capacità militare israeliana dopo il fiasco della «guerra di luglio».

Come già avvenuto in Libano nel 2006, l’Europa è oggi chiamata a contribuire al consolidamento della tregua di Gaza. È un fatto positivo, che ridà peso alla posizione europea nel cosiddetto «Quartetto» e che arriva dopo le divisioni interne delle prime ore e anche dopo che, con la sua fermezza, Angela Merkel aveva chiarito che un manicheo invito al cessate il fuoco non sarebbe stato sufficiente. Con il suo sostegno aperto alle ragioni di Israele, la Germania ha in fondo costretto lo stesso Sarkozy a uno sforzo più effettivo, più «politico», nell’area. Francia, Germania e Italia, per ora, rappresentano la pattuglia di testa di questo maggior impegno europeo per la pace nel conflitto israelo-palestinese.

A differenza di quanto finora ben fatto in Libano, qui non basterà sorvegliare l’attuazione dell’intesa. Occorrerà darsi da fare, e parecchio, per costruire le condizioni politiche per una tregua duratura, che al momento non ci sono. Sarà necessario lavorare con tutti gli strumenti a disposizione per far compiere un passo decisivo verso l’unica soluzione possibile: cioè quella riassunta nella formula «due popoli, due Stati». A tutt’oggi le posizioni estremiste di Hamas, che continua a predicare a suon di bombe la distruzione di Israele e l’espulsione del popolo ebraico dalla Palestina, rappresentano il principale ostacolo verso questo esito. Sarebbe importantissimo che l’impegno europeo a Gaza non perdesse di vista la necessità di accompagnare Hamas a rivedere questa posizione, il cui prezzo è già costato la vita di troppe vittime innocenti, tanto israeliane quanto palestinesi.
Viracopos
Viracopos

Pontos : 580

Ir para o topo Ir para baixo

tregua impossivel Empty Re: tregua impossivel

Mensagem por Viracopos Seg Jan 19, 2009 3:03 pm

eis a traduçao

==========================
A trégua impossível

Vittorio Emanuele PARSI
É uma frágil trégua que stentatamente começou no último 48 horas em Gaza. Proclamada unilateralmente pelos israelitas, inicialmente não aceitou pelo Hamas.

E então, após algumas dezenas de outros palestinos morreram, novamente para fitas de partida. No momento não sabemos sequer se conseguirmos consolidar, para durar uma semana que o Hamas declarou que estava disposto a conceder: um lote, talvez demasiados, são as divergências sobre sua interpretação e sua aplicação, começando com a atual retirada de tropas Jerusalém. Em julho de 2006, vale lembrar, Tsahal não abandonar as posições ocupadas no sul do Líbano até que o exército regular chegou em Beirute não detectá-lo. Aqui, em Gaza, onde se apela à intervenção de uma força multinacional aparentemente semelhante ao de quase dois anos de trégua em monitores entre Israel eo Hezbollah, não há nada semelhante pode acontecer.

De facto, apesar das muitas semelhanças aparentes, quase nada dessa trégua lembra o que aconteceu no sul do Líbano. E embora talvez nós vamos enviar os nossos soldados na área, será útil para lembrar. O que vale mais, porém, é que se tudo correr bem, temos uma semana para tentar definir algo mais do que um cessar-fogo entre as partes. O conflito divampato 27 dezembro do ano passado, não foi o resultado de um duplo erro de cálculo, por ambos os lados, como o foi para a guerra no Líbano no Verão de 2006. Em contrapartida, tanto o governo israelense eo Hamas terem deliberadamente escolhido o arriscado caminho da guerra para mudar o status quo realizada por ambos, e por motivos diferentes, insustentável. Hamas queria romper o cerco econômico e militar da Faixa de Gaza e seu isolamento político. Israel queria parar o gotejamento de mísseis sobre o Negev e tratar um grande golpe ao Hamas tomar vantagem de seu isolamento dentro do mundo árabe. Ambas as partes tenham escolhido o caminho que é o "risco político", na esperança de um sucesso decisivo perdido. Por isso é tão difícil chegar a uma trégua, que não poderia simplesmente oferecer um cessar-fogo, mas deve abrir o caminho para superar o "status quo" seja aceitável para ambos os lados.

A passagem do tempo, aliás, já estava mudando a crise política. Em quase quatro semanas de conflito Israel se percebeu que era erodindo o capital de crédito e de boa vontade que tinham conseguido acumular durante os longos meses em que ele tinha sofrido pacientemente a continuação tiros de mísseis Qassam e, acima de tudo, o "benefício" concedido pelo Hamas com a sua denúncia unilateral da trégua com o ano anterior e no início do ataque míssil. Por seu lado, o Hamas foi capaz de conquistar, dia após dia, as imagens desses inocentes palestinos vítimas rimbalzate mídia internacional sobre o circuito, onde um único frame decontestualizzato vale um mil análises.

Pouco importa que essas pobres vítimas, mortos por israelenses chumbo, tinha sido condenado à morte pelo líder do Hamas, não só cientes desde o início do enorme preço que o povo de Gaza teria pago extremismo fundamentalista do grupo, mas que os mortos (e os seus desempenhos) precisava de um instrumento de pressão internacional sobre a opinião pública. Precisamente esta foi a arma estratégica capaz de equilibrar o resultado político do conflito. É bem possível que Israel tenha conseguido "os objetivos", como o premier Ehud Olmert, mas para garantir a sua posição foi cada vez mais insustentável em face de uma comunidade internacional cada vez mais irritada, por governos europeus e com a preocupação no rosto a raiva não é sempre composta de árabes e suas minorias muçulmanas. Quais foram esses objetivos, nunca foi revelado. Mas a sensação é que eles concentram em um: medos árabe para o restabelecimento das capacidades militares israelitas depois do fiasco da guerra, em julho.

Como foi o caso do Líbano, em 2006, a Europa está agora chamados a contribuir para a consolidação do cessar-fogo em Gaza. É uma coisa boa, que restaura a posição europeia em peso do chamado "Quarteto" e que surge após a divisão da primeira hora e mesmo depois que, com sua empresa, Angela Merkel deixou claro que um maniqueísta chamada de cessar-fogo não seria era suficiente. Com o seu apoio aberto aos fundamentos do Estado de Israel, a Alemanha tem basicamente o mesmo forçado Sarkozy esforço mais eficaz, mais "políticos" na área. França, Alemanha e Itália, para já, estão a patrulhar a cabeça do maior empenho europeu em prol da paz no conflito israelo-palestiniano.

Ao contrário do que até agora fez bem no Líbano, não só aqui para acompanhar a implementação do acordo. Eles têm de fazer, e um lote para construir as condições políticas para uma trégua duradoura, que não existem actualmente. Você precisa trabalhar com todas as ferramentas disponíveis para dar um passo decisivo para a única solução possível: isso é resumido em "dois povos, dois estados". Até agora, as posições extremistas do Hamas, que continua a pregar com o som das bombas, a destruição de Israel el'espulsione do povo judeu da Palestina, são o principal obstáculo para este resultado. Seria importante que o compromisso europeu de Gaza não perder de vista a necessidade de apoiar o Hamas a rever esta posição, o preço do que já custou a vida de muitas vítimas inocentes, como israelitas palestinianos.
Italiano

>
Português

trocar
Traduzir
Viracopos
Viracopos

Pontos : 580

Ir para o topo Ir para baixo

tregua impossivel Empty Re: tregua impossivel

Mensagem por Viracopos Seg Jan 19, 2009 3:03 pm

O conflito divampato 27 dezembro do ano passado, não foi o resultado de um duplo erro de cálculo, por ambos os lados, como o foi para a guerra no Líbano no Verão de 2006. Em contrapartida, tanto o governo israelense eo Hamas terem deliberadamente escolhido o arriscado caminho da guerra para mudar o status quo realizada por ambos, e por motivos diferentes, insustentável. Hamas queria romper o cerco econômico e militar da Faixa de Gaza e seu isolamento político. Israel queria parar o gotejamento de mísseis sobre o Negev e tratar um grande golpe ao Hamas tomar vantagem de seu isolamento dentro do mundo árabe
Viracopos
Viracopos

Pontos : 580

Ir para o topo Ir para baixo

tregua impossivel Empty Re: tregua impossivel

Mensagem por RONALDO ALMEIDA Ter Jan 20, 2009 12:30 am

missao cumprida, israel VAI RETIRAR 6000 TROPAS DE GAZA!!! Nao diziam que ISRAEL nao ia SAIR? Shocked
RONALDO ALMEIDA
RONALDO ALMEIDA

Pontos : 10367

Ir para o topo Ir para baixo

tregua impossivel Empty Re: tregua impossivel

Mensagem por Viracopos Ter Jan 20, 2009 1:58 am

RONALDO ALMEIDA escreveu:missao cumprida, israel VAI RETIRAR 6000 TROPAS DE GAZA!!! Nao diziam que ISRAEL nao ia SAIR? Shocked

Saiem com o rabinho entre as pernas tal a gritaria do Mundo que lhes chamou assasssinos e outros nomes lindos Destaco a Turquia que era o maior amigo sincero dos Judeus
O Primeiro Turco só nao lhes chamou filhos duma grande puta porque nao pode por causa da etica e nao ficar na mesma escala de valores
Nunca ate hoje vimos um exercito de tal cobardia ...cercar 1.500.000 num redil sem fuga e depois disparar sobre tudo o que se mexia
O massacre foi o pior de que ha memoria nos tempos modernos
Tudo porque tinham e teem as costas quentes de um assasino da mesma laia
O Bush
Viracopos
Viracopos

Pontos : 580

Ir para o topo Ir para baixo

tregua impossivel Empty Re: tregua impossivel

Mensagem por Conteúdo patrocinado


Conteúdo patrocinado


Ir para o topo Ir para baixo

Ir para o topo

- Tópicos semelhantes

 
Permissões neste sub-fórum
Não podes responder a tópicos